Domenica 26 febbraio, ore 16,30, al Vag61 – Spazio Libero Autogestito (via Paolo Fabbri, 110) sarà l’occasione di un confronto aperto per continuare a discutere insieme sullo sciopero femminista e transfemminista verso e oltre l’8 marzo. Così come abbiamo scritto nell’appello verso l’8M 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙖 𝙧𝙖𝙘𝙘𝙤𝙡𝙩𝙖, 𝙞𝙣 𝙪𝙣’𝙖𝙨𝙨𝙚𝙢𝙗𝙡𝙚𝙖 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙖, 𝙙𝙤𝙣𝙣𝙚, 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙖𝙩𝙧𝙞𝙘𝙞, 𝙙𝙚𝙡𝙚𝙜𝙖𝙩𝙚, 𝙢𝙞𝙜𝙧𝙖𝙣𝙩𝙞, 𝙥𝙚𝙧𝙨𝙤𝙣𝙚 𝙡𝙜𝙗𝙩𝙦𝙞𝙖+ 𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩 𝙘𝙤𝙡𝙤𝙧𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙫𝙤𝙜𝙡𝙞𝙤𝙣𝙤 𝙚𝙨𝙥𝙧𝙞𝙢𝙚𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙡𝙤𝙧𝙤 𝙧𝙞𝙛𝙞𝙪𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙡’𝙞𝙣𝙩𝙚𝙣𝙨𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖𝙧𝙨𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙫𝙞𝙤𝙡𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙢𝙖𝙨𝙘𝙝𝙞𝙡𝙚 𝙨𝙪𝙡𝙡𝙚 𝙙𝙤𝙣𝙣𝙚 𝙚 𝙙𝙞 𝙜𝙚𝙣𝙚𝙧𝙚.
In questi anni ci siamo riappropriate dello sciopero come pratica politica, dimostrando che lo 𝙨𝙘𝙞𝙤𝙥𝙚𝙧𝙤 può non essere solo uno strumento sindacale, ma anche un 𝙥𝙧𝙤𝙘𝙚𝙨𝙨𝙤 𝙩𝙧𝙖𝙢𝙞𝙩𝙚 𝙞𝙡 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙫𝙞𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩à 𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙚 𝙙𝙞𝙛𝙛𝙚𝙧𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙙𝙞 𝙫𝙞𝙩𝙖 𝙚 𝙡𝙤𝙩𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙣𝙨𝙞𝙚𝙢𝙚 contro sfruttamento, violenza e razzismo.
La congiunzione delle crisi sanitaria, economica e climatica, della pandemia e della ricostruzione postpandemica e dei focolai di guerra accesi in tutto il pianeta ha effetti devastanti sul nostro lavoro e le nostre vite, oggi resi ancora più pesanti dalla guerra in Ucraina che sta aumentando l’intensità e la pervasività della violenza patriarcale, rendendo più urgente la lotta per contrastarla. Si tratta di dinamiche complesse che in Italia dobbiamo affrontare misurandoci con un governo di estrema destra, che porta avanti politiche che ci impoveriscono, taglia i servizi, il welfare, abolisce il reddito di cittadinanza, mentre si richiama alla famiglia patriarcale, difende i confini, attacca frontalmente tutte le libertà per le quali lottiamo. Viviamo in un mondo di crisi continue che non sono emergenze ma segnali evidenti di un sistema che si sta sgretolando, un sistema ingiusto che ci costringe a vivere vite insostenibili e che vorrebbe chiuderci nell’isolamento e nell’impotenza.
Alla luce di queste considerazioni, in un momento in cui l’organizzazione politica è sempre più ostacolata, sentiamo ancora una volta 𝙡’𝙪𝙧𝙜𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙨𝙘𝙞𝙤𝙥𝙚𝙧𝙤 𝙛𝙚𝙢𝙢𝙞𝙣𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙚 𝙩𝙧𝙖𝙣𝙨𝙛𝙚𝙢𝙢𝙞𝙣𝙞𝙨𝙩𝙖. L’assemblea rappresenta una delle tappe di costruzione di questo processo per dare seguito ad una 𝙙𝙞𝙨𝙘𝙪𝙨𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙘𝙤𝙡𝙡𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙖 𝙨𝙪𝙡 𝙨𝙞𝙜𝙣𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙨𝙨𝙪𝙢𝙚 𝙤𝙜𝙜𝙞 𝙪𝙣𝙤 𝙨𝙘𝙞𝙤𝙥𝙚𝙧𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙝𝙖 𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙩𝙚𝙨𝙖 𝙙𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙚 𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩.
🔻Che significa scioperare contro la violenza maschile sulle donne e di genere?
🔻Cos’è lo sciopero se sei precaria o una studentessa?
🔻Come scioperare alla luce dei licenziamenti e dello smart-working?
🔻Si può scioperare dal part-time obbligatorio e dal lavoro domestico?
🔻Come rendere visibile il tuo sciopero, se hai figl* o genitori anziani di cui ti prendi cura?
🔻Come puoi scioperare se dal tuo lavoro dipende il tuo permesso di soggiorno?
🔻Come vogliamo dare concretezza al nostro sciopero nel processo di avvicinamento all’8M?
🔻Come vogliamo dare visibilità a tutte queste condizioni nella giornata dell’8M?
Queste sono solo alcune delle questioni su cui vogliamo discutere e a partire dalle quali elaborare pratiche collettive.
⚡️Non rinunciamo a portare la prospettiva femminista del nostro sciopero nei posti di lavoro, e a livello tecnico vi è la possibilità di astenersi dal lavoro tramite la copertura sindacale indetta dai 𝙨𝙞𝙣𝙙𝙖𝙘𝙖𝙩𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙗𝙗𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙖𝙩𝙤 𝙖𝙙 𝙖𝙨𝙨𝙪𝙢𝙚𝙧𝙨𝙞 𝙡𝙖 𝙧𝙚𝙨𝙥𝙤𝙣𝙨𝙖𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙥𝙤𝙡𝙞𝙩𝙞𝙘𝙖.
💣Tuttavia, vogliamo anche ribadire che lo sciopero femminista e transfemminista fa della lotta alla violenza maschile e di genere il punto di partenza per riaprire un antagonismo che l’attuale governo sta rendendo sempre più complesso, e che anche quest’anno abbiamo bisogno di tutte e tutt per far risuonare ancora una volta, a livello transnazionale, la forza collettiva contro la violenza patriarcale.
🔥Lo sciopero femminista e transfemminista è per tutt!🔥
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#SCIOPEROPERTUTT