Il 10 gennaio 2024 entrerà ufficialmente in vigore in Russia il provvedimento firmato dalla Corte Suprema con il quale 𝐢𝐥 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐦𝐞 𝐝𝐢 𝐕𝐥𝐚𝐝𝐢𝐦𝐢𝐫 𝐏𝐮𝐭𝐢𝐧 𝐝𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚 "𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞𝐦𝐢𝐬𝐭𝐚" 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐋𝐆𝐁𝐓𝐐𝐈𝐀+. Se gli effetti della sentenza dello scorso 30 novembre sono stati immediati, con la chiusura nei giorni seguenti di preziosi presidi locali ed organizzazioni che si occupavano della promozione e difesa dei diritti della comunità e con la schedatura di tutte le persone che quegli spazi li rendevano vivi, per la Russia 𝐢𝐥 𝟏𝟎 𝐠𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨 𝐬𝐚𝐫𝐚̀ 𝐢𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐢 𝐜𝐨𝐫𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐋𝐆𝐁𝐓𝐐𝐈𝐀+ 𝐬𝐚𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚𝐭𝐢 𝐢𝐥𝐥𝐞𝐠𝐚𝐥𝐢 mediante carcerazioni preventive, congelamento dei conti in banca e invasivi controlli da parte delle forze dell'ordine nella quotidianità delle persone della comunità e di chiunque ne difenda i diritti.
La decisione della corte suprema non è un fulmine a ciel sereno per chi vive in Russia, e si inserisce negli ultimi mesi della campagna elettorale a singola voce, all'interno del programma politico annunciato da Putin che battezza il 2024 "Anno della Famiglia", e che prevede un quadro di ulteriore attacco e repressione delle libertà individuali soprattutto in materia di diritti riproduttivi ed abortivi.
𝐃𝐢𝐨, 𝐩𝐚𝐭𝐫𝐢𝐚, 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐭𝐞𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐞𝐭𝐧𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐚𝐳𝐳𝐚 sono vecchi concetti cari alle peggiori destre fasciste da pogrom, ma che negli ultimi anni sono stati rimessi al centro del discorso politico globale dai nuovi progetti sovranisti spesso ispirati e finanziati dallo stesso Putin già ben prima dell'unilaterale invasione dell'Ucraina con il suo l'obiettivo di ridefinizione dello spazio politico mondiale.

𝐶ℎ𝑒 𝑣𝑢𝑜𝑙 𝑑𝑖𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝐿𝐺𝐵𝑇𝑄𝐼𝐴+ 𝑣𝑖𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑒 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑖𝑛 𝑅𝑢𝑠𝑠𝑖𝑎?
𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑖 𝑒̀ 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑢𝑖𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑙'𝑖𝑑𝑒𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑢𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎 𝑙𝑒 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙' 𝑒𝑠𝑡𝑎𝑏𝑙𝑖𝑠ℎ𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑝𝑢𝑡𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑎?
𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑎𝑐𝑖 𝑟𝑒𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑠𝑢𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑜?

𝐏𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐞𝐝𝐞𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐦𝐞𝐝𝐢𝐭𝐞𝐫𝐫𝐚𝐧𝐞𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧 "𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐨𝐭𝐭𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨," 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐞𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧:

- 𝑬𝒗i 𝑪𝒊𝒂𝒊𝒌𝒂 𝒆 𝑷𝒐𝒍𝒊𝒏𝒂 𝑵𝒆𝒈𝒖𝒍𝒚𝒂𝒆𝒗𝒂, attivistx e coordinatrix di EQUAL POSTOST (European Queer Alliance of PostOst community), associazione impegnata nella difesa e ricollocamento delle persone LGBTQIA+ in progetti educativi ed artistici. Evelina dirige le aree di advocacy e relocation, mentre Polina coordina lo studio di advocacy sulla mutevole situazione delle persone e delle organizzazioni LGBTQIA+ in Russia dopo l'invasione su larga scala dell' Ucraina da parte del regime di Putin;

- 𝒀𝒂𝑩𝒂𝒔𝒕𝒂! 𝑩𝒐𝒍𝒐𝒈𝒏𝒂

𝐀 𝐒𝐄𝐆𝐔𝐈𝐑𝐄 𝐃𝐉 𝐒𝐄𝐓
▲ диджей дурман (𝒂𝒌𝒂 𝑫𝑱𝑺𝒕𝒓𝒂𝒎𝒐𝒏𝒊𝒖𝒎) dal XX secolo propina indefesso battiti globali. Selezionerà tracce trasversalmente ballabili dal folk al breakbeat e bass music, passando attraverso lounge, disco e jazzfunk. Tutto rigorosamente Eastern Block.