Fasciocapitalismo, con Mikkel Bolt Rasmussen

Marco Antonioli (redazione di Semi sotto la neve) e Elia Rosati (Unimi) ne parlano con l'autore. Vittorio Sergi (traduttore) sarà presente come interprete.
*Incontro organizzato in anteprima del Bologna Anarchist Bookfair | 5-6-7 settembre 2025, a cui seguiranno altre iniziative.
Fasciocapitalismo (Edizioni Malamente, 2024)
E se il fascismo non fosse scomparso alla fine della Seconda guerra mondiale, né potesse essere confinato tra politicanti ultra-nazionalisti, ma fosse diventato qualcosa di più diffuso che avvolge le nostre società sotto forma di espressioni culturali e stati psicologici? È questa la tesi disturbante sviluppata in chiave marxista libertaria e situazionista da Mikkel Bolt Rasmussen, quando afferma che il tardo capitalismo ha prodotto soggettività vuote e intercambiabili. Nella frammentazione della società dei consumi, esse rappresentano il brodo di coltura per un nuovo tipo di fascismo, diffuso e banale. Il fascismo aperto e dichiarato dei nuovi partiti di destra prospera infatti sul fascismo diffuso nei social media e nella vita di tutti i giorni. La paura di essere lasciati indietro e diventare perdenti alimenta il risentimento contro gli stranieri e contro tutte le alterità, che vengono percepite come una minaccia per la comunità nazionale sotto assedio. Il nuovo fascismo nutrito dal tardo capitalismo non abolirà del tutto le democrazie liberali, ma si accontenterà di dominare la società attaccando il suo guscio vuoto. Lo sta facendo, in Italia, il governo Meloni.
Mikkel Bolt Rasmussen è professore di Estetica politica al Dipartimento di arte e studi culturali dell’Università di Copenaghen. In lingua italiana, Agenzia X ha pubblicato i suoi La contro rivoluzione di Trump: fascismo e democrazia (2019) e Dopo il grande rifiuto. L’arte contemporanea sull’orlo della catastrofe (2021).