Un uomo va dal dottore. Gli comunica in continuazione dei sintomi. È talmente assillante che ogni volta viene liquidato con un: «Stai tranquillo». A casa la situazione non migliora, le sue ansie sono solo trasferite su altre paure. Sua moglie lo asfissia con continue richieste e il suo trauma, oltre a essere procurato dallo spettro della disoccupazione, è incentivato dalla consapevolezza di dipendere dai suoi genitori.
In parallelo, prendono forma i suoi fantasmi. A parlare, a vivere le storie che racconta, sono proprio le sue paranoie. Cinque racconti che sono l'emblema della sua ossessione: la mania di persecuzione, l'imposizione a trovare un posto fisso, l'incombente tragedia del crollo, la necessità di liberarsi da un rimorso e l'ipnosi, in un mondo che è più contemplato che vissuto.
Note di regia
Paro noie vuole riflettere sull'alterazione del nostro stato psichico e su tutto ciò che ci rende fragili. Tutto quello che proviamo all’improvviso, attacchi di panico, fissazioni, monomanie, paure, nevrosi, senza riuscire a trovare una spiegazione e un’origine a tutto ciò, sono sempre la causa di una nostra personale responsabilità, come se per queste patologie avessimo una particolare predisposizione? Evidentemente no, almeno non sempre. A giocare un ruolo preponderante sono i fattori economici, sociali e politici; il potere dei media di innestarci il terrore; le relazioni interpersonali che ci soffocano; il rapporto medico e paziente. Sono tutte forme di potere sui corpi, che trasformano delle immagini in realtà. È un dispositivo di potere che crea un immaginario paranoico. Le paranoie e le fobie possono essere immaginarie, ma possono anche essere prodotte da dispositivi che ci impongono dei propri regimi di veridizione. La paranoia, le paranoie allora possono essere rivoluzionarie. Sono loro che spesso formano queste esagerazioni per darci dei campanelli di allarme. Ascoltarle, comprenderle, studiarle può aiutarci a conoscersi e conoscere il potere che ci ha trasformato in corpi paranoici. Ascoltare le paranoie ci può aiutare a farci capire che il problema non siamo noi: non un corpo paranoico, ma un corpo oppresso e sfruttato. È in quel momento che può scattare la lotta, per riappropriarsi di un corpo libero. Forse. Il dubbio resta: le paranoie saranno vere? O un’esagerazione? Si trattava solo di una grande magia? O era realtà? Si vuole agire? O restare vittima?
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http://www.teatrinindipendenti.it/giu-dallarca/paro-noie
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Ingresso con tessera 𝗔𝗥𝗖𝗜 (𝗔𝗿𝗰𝗶, 𝗔𝗿𝗰𝗶𝗚𝗮𝘆, 𝗨𝗶𝘀𝗽) - è possibile tesserarsi in sede ma ancora meglio tramite App Arci - https://tessera-arci.it/ che vi farà evitare la fila
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ALLE 19 e alle 21
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Il Laboratorio giù dall'Arca - piccolo Teatro di quartiere - si trova in Bolognina, in via Nicolò dall'arca 43/f