L'agricoltura contadina su piccola scala non è solo una fonte di sostentamento e di creazione di reddito, ma è anche una forma di resistenza a un sistema di produzione e scambio che indebolisce le identità delle persone e le spoglia della loro sovranità alimentare al fine di garantire il dominio politico ed economico sulle persone e sulle risorse naturali.

Da tempo le organizzazioni contadine in tutto il mondo lottano per promuovere un nuovo modello di produzione e consumo che si ispira ai principi dell’agroecologia, valorizza le produzioni locali, favorisce un diverso approccio all’alimentazione, rivendica l’accesso alla terra e un equo utilizzo delle risorse.

Sempre di più anche in Palestina i piccoli agricoltori, che affrontano continuamente espropriazioni delle terre, espulsioni forzate, negazione del diritto all’acqua e attacchi di forze di occupazione e coloni, intraprendono iniziative che promuovono la sovranità alimentare e la biodiversità locale, basate sui principi dell’agroecologia e dell’economia sociale e solidale.

Per i contadini palestinesi, l'agricoltura è un esempio vivente dell'intima connessione con la terra che è componente integrante dell’identità e della cultura palestinese. In Palestina, le lotte degli agricoltori per la sovranità alimentare sono parte integrante della resistenza alla colonizzazione e all’occupazione della loro terra da parte del regime israeliano di apartheid.

Ne parliamo con:

Con Germana Fratello, Campiaperti/rete contadina per la sovranità alimentare in Emilia Romagna

Mariacarla Biavati, attivista e responsabile di progetti in Palestina come "I volontari di pace europei"

Nabeela, Moiaser, Assel et Hakema, contadine palestinesi, in videoconferenza

Aderiscono Campi Aperti, Camilla-Emporio di Comunità