Tecnocapitalismo

Una ristretta schiera di Tecnotitani – a capo di imprese come Amazon, Google, SpaceX e Meta – detiene le redini del progresso tecnologico alimentando disuguaglianze laceranti, consumismo di massa, concentrazioni di potere e ingenti speculazioni finanziarie. È il “tecnocapitalismo” di cui Loretta Napoleoni offre un ritratto accurato e impietoso, e che mina alle fondamenta la democrazia e la società tutta.
Per l’autrice, a minacciare il futuro è soprattutto la rapidità della trasformazione tecnologica: quanto più le innovazioni si susseguono dirompenti, tanto più i mostruosi profitti dei Tecnotitani si dilatano, a danno di salari e diritti del resto di una popolazione gettata in preda all’ansia. Come se non bastasse, le criptovalute e l’intelligenza artificiale applicata agli scambi di Borsa stanno gonfiando nuove bolle finanziarie destinate a scoppiare, mentre la corsa allo spazio viene appaltata alla voracità di nuovi Baroni.
Tecnocapitalismo è un invito a riappropriarsi della tecnologia – e del futuro –, perché solo mettendo l’innovazione al servizio della collettività e del bene comune possiamo evitare il disastro sociale ed ecologico.
Ne discutiamo da una prospettiva femminista con
Loretta Napoleoni
autrice di
Tecnocapitalismo – L’ascesa dei nuovi oligopoli e la lotta per il bene comune (Meltemi edizioni)
Dialogano con l’autrice
Ginevra Sanvitale, ricercatrice in Storia della tecnologia, Trinity College Dublino
Giuliana Sorci, post-doc research fellow presso l’Università di Siena
Loretta Napoleoni vive a Londra ed è una saggista, giornalista ed economista italiana annoverata tra i massimi esperti del fenomeno del terrorismo. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Terrorismo S.p.A. (2008); Economia canaglia (2009); ISIS. Lo Stato del terrore (2016); Kim Jong-un. Il nemico necessario (2019); Sul filo di lana (2020).
La collana “Rethink” si propone di affrontare con piglio radicale i nodi dell’economia politica del XXI secolo, rifuggendo da ogni fatalismo e riduzionismo in favore di un approccio pratico al cambiamento. Keynes sosteneva che “la saggezza del mondo insegna che è cosa migliore per la reputazione fallire in modo convenzionale, anziché riuscire in modo anticonvenzionale”. La nostra scommessa è che, giunti a un passo dal baratro, si danno le condizioni per ribaltare questa celebre osservazione.