– alle 19: discussione collettiva
– a seguire: cena sociale
Negli ultimi tempi le tante esperienze di conflitto sociale che attraversano Bologna sono state in grado di aprire fertili contraddizioni nel contesto politico cittadino e di movimentare il dibattito pubblico, dovendo però fare i conti con l’ennesima ondata di criminalizzazione e compressione del dissenso: alla raffica di denunce e misure cautelari si sono affiancate numerose circostanze in cui le forze di polizia si sono rese protagoniste di gravi violenze durante la manifestazioni, intimidazioni, molestie, uso del taser. Situazioni simili si sono verificate anche in altre città e a livello nazionale, contemporaneamente, il Governo ha impresso una preoccupante accelerazione alle politiche autoritarie e securitarie perseguite negli anni da centrodestra e centrosinistra, soffocando duramente i diritti e le libertà di chi porta avanti lotte sociali, scende in piazza o vive all’interno di luoghi di detenzione.
Ma quanto c’è di eccezionale in tutto questo? Quanto, invece, la violenza della polizia è tanto discrezionale quanto “normale”, perchè il suo agire è strutturalmente guidato non dall’obiettivo di combattere il crimine, come molte/i tendono a pensare, bensì da quello di preservare un ordine sociale e difendere lo status quo, riproducendo classi e gerarchie? E su quali strumenti ragionare per contrastare il potere di polizia?
Ne parliamo con Giulia Fabini, Enrico Gargiulo e Simone Tuzza (autorə del libro “Polizia. Un vocabolario dell’ordine” – Mondadori, 2024) insieme a Francesca Cancellaro (avvocata), a Valerio Monteventi (Vag61) e ad attivistə di Plat, Làbasm Associazione di Mutuo Soccorso e altre realtà sociali.
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Polizia. Un vocabolario dell’ordine.
Il libro prova a entrare nel ‘laboratorio segreto’ della polizia, dove le distinzioni sociali e le gerarchie sono riprodotte, le classi «pericolose» sono separate da quelle «laboriose» e chi sta ai margini viene tenuto a bada. Contribuendo a plasmare una società ordinata e rispettosa dei valori condivisi dalla maggioranza della popolazione e dal potere politico, l’istituzione poliziale agisce per mantenere lo status quo. Attraverso un approccio critico, il volume intende demistificare un immaginario piuttosto diffuso e radicato, che vede la polizia titolare della missione costitutiva di prevenire e reprimere il crimine, e vuole provare a fornire una lettura differente: l’istituzione poliziale agisce come catena di trasmissione delle visioni e degli orientamenti valoriali che le sono propri e che caratterizzano il contesto di cui è parte, contribuendo a plasmare un ordine sociale piramidale e stratificato.
Giulia Fabini
Criminologa critica, è ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna. Si occupa di controllo dei confini, detenzione amministrativa, polizia, carcere.
Enrico Gargiulo
Sociologo, è professore associato e insegna presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna. Si occupa di cittadinanza, immigrazione, strumenti di governo delle popolazioni e polizia.
Simone Tuzza
Criminologo, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna, ateneo dove insegna Sociologia della devianza e Criminologia. Si occupa di polizia, hate speech e abuso sui minori.