Secondo l’OMS, nel 2030 la depressione sarà la malattia cronica più diffusa. La diffusione di disturbi mentali e stati di disagio psicologico sta crescendo a ritmi così inarrestabili che si parla di epidemia, soprattutto tra le persone più giovani.
Le parole d’ordine del capitalismo neoliberale – 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐞 (𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 𝐚𝐥 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨, 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢), 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐚𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐫𝐞𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨, 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 – sono centrali nel determinare stati d’ansia, depressivi, disturbi di panico, isolamento sociale, etc.
𝐒𝐞, 𝐪𝐮𝐢𝐧𝐝𝐢, 𝐞̀ 𝐟𝐨𝐧𝐝𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐠𝐢𝐨 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐡𝐢𝐜𝐨 𝐞̀ 𝐮𝐧𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚, 𝐜𝐨𝐬𝐢̀ 𝐞̀ 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐫𝐚, 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐚𝐥 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐨 (𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐜𝐮𝐫𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢𝐚 𝐮𝐧 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐢𝐥𝐞𝐠𝐢𝐨) 𝐞 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐛𝐢𝐨-𝐩𝐬𝐢𝐜𝐨-𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢.
Ne parliamo con
𝑭𝒆𝒅𝒆𝒓𝒊𝒄𝒐 𝑪𝒉𝒊𝒄𝒄𝒉𝒊, docente di Sociologia all’UniBo e di trasformazioni del legame sociale all’Istituto di ricerca di Psicoanalisi applicata.
𝑴𝒂𝒓𝒄𝒐 𝑹𝒐𝒗𝒆𝒍𝒍𝒊, autore di “𝑆𝑜𝑓𝑓𝑟𝑜 𝑑𝑢𝑛𝑞𝑢𝑒 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜. 𝐼𝑙 𝑑𝑖𝑠𝑎𝑔𝑖𝑜 𝑝𝑠𝑖𝑐ℎ𝑖𝑐𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑒𝑡𝑎̀ 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑣𝑖𝑑𝑢𝑖”