Primo tavolo di discussione sullo sviluppo urbano
Perché le città siano pubbliche e libere, contro la speculazione e la rendita. Ne discutiamo insieme il 13/12 alle ore 18:30 a Làbas.
Parteciperanno alla discussione:
- Mattia Fiore, dottorando in sociologia e ricerca sociale, Unibo. Si occupa di processi di turistificazione, in particolare legati a AirBnb, e di student housing, nuovi studentati e popolazioni temporanee;
- Davide Olori, ricercatore in Sociologia dell’Ambiente e del Territorio presso il Dipartimento di Sociologia e professore a contratto di Sociologia Urbana presso il Dipartimento di Architettura – Unibo;
- Veroica Conte, ricercatrice della Research Foundation Flanders (FWO) alla KU Leuven in Belgio. Si occupa di mercato immobiliare, governance e politiche urbane;
- Alessandra Esposito, urbanista, ricercatrice ed attivista della rete SET (Sud Europa di fronte alla Turistificazione). Si occupa del problema della rendita nei processi di trasformazione urbana;
- Sarah Gainsforth, ricercatrice indipendente e giornalista freelance. Autrice di “AirBnb città-merce”, “Oltre il turismo, esiste un turismo sostenibile?” e “Abitare Stanca, la casa: un racconto politico”;
- Valerio Monteventi, attivista, giornalista di movimento e ha contribuito alle inchieste sull’abitare di ZIC, Zero in Condotta – Quotidiano autogestito.
Dal 5 ottobre al 25 novembre abbiamo occupato un’immobile in disuso di proprietà ASP; in 50 giorni ci abbiamo abitato, studiato, sperimentato, fatto teatro, ospitato attivist* da fuori Bologna e fuori Italia, iniziato cortei, pranzato con il vicinato, chiamato assemblee e dibattiti.
L’abbiamo restituito alla città, chiamandolo Casa Vacante: una casa libera da proprietari e da oppressioni, rimessa in vita a servizio della città. Siamo riusciti a strappare, ibridando conflitto e dialogo, le dichiarazioni vincolanti della vicesindaca con delega all’abitare e dell’assessore al welfare, che impegnano l’amministrazione ad avviare una procedura pubblica per rendere disponibile l’immobile di via Capo di Lucca 22 e tutti gli altri di cui il Comune può disporre in tempi rapidi a progetti innovativi di abitare collaborativo, entro la fine dell’anno.
Casa Vacante ha voluto iniziare un ragionamento su usi alternativi del patrimonio pubblico sfitto, interrogando anche esperienze da Barcellona, Berlino e Toronto. Ma la sfida è ben più grande!
Noi siamo un pezzo, una parzialità, ma con un’ambizione ampia: capire chi sono gli attori che decidono delle sorti della città e sfidarli. Il nostro punto di vista è quello del precariato sociale che studia, lavora, vive e rende viva la città.
Mentre il pubblico spesso ignora il proprio patrimonio sfitto, anzi, molte volte lo privatizza, e asseconda capitali predatori, rinunciando a strumenti di governo collettivo e democratico del territorio, le piattaforme per affitti brevi sottraggono alloggi al mercato, incidendo fortemente sul costo degli affitti e trasformando pezzi di “cittadinanza che abita” in “utenza che attraversa” la città. Proliferano strutture ricettive a breve termine, così come bar, ristoranti e negozi commerciali spesso non accessibili ai più e che offrono lavoro povero, precario e malpagato.
Le città diventano città-vetrina, sulla scia di non-luoghi già affermatisi altrove (vedi Venezia su tutte, ma anche Barcellona, Firenze, Berlino e così via). Gli studentati privati diventano uno strumento complementare di esclusione, trasformando l’abitare in un ricatto economico: se puoi pagare 800€ resti, se non puoi…
Lo sviluppo urbano finisce così in mano a grandi multinazionali (Airbnb, Ryanair), attori economici influenti (Camera di Commercio e le sue partecipate), grandi capitali privati (The Social Hub, Camplus, Beyoo Laude Living, Livensa Living, senza dimenticare il settore alberghiero).
Il nostro “secondo tempo”, l’abbiamo voluto chiamare così, guarda ai nostri nemici di sempre, a chi sta ancora troppo comodo sui propri soldi, a chi specula sull’abitare e sul vivere delle persone, aumentando le disuguaglianze ed erodendo il tessuto sociale.
Pensiamo che sia il tempo di costruire modelli di rigenerazione urbana, forme di proprietà alternative e comunità autonome e consapevoli nel e del tessuto urbano. Bologna può diventare laboratorio di sperimentazione, approfondendo modelli Europei già esistenti e - perché no? - innovandoli. Questa è la sfida che abbiamo lanciato alla città e che ora vogliamo portare fino in fondo.
Andremo a discutere, con l’aiuto di chi studia e fa ricerca, delle tendenze in atto nelle città, sempre più privatizzate e piattaformizzate, volte ad un ciclo di valore di breve-termine, turistico, per chi si può permettere un alto tenore di vita. Spesso queste tendenze sono visibili solo quando sono ormai compiute: sta a noi anticiparle e sabotarle, e creare contraltari alla speculazione.
Come sta cambiando la città? Come si collega questo con la nostra quotidianità? Perché le tendenze che abbiamo descritto sono negative e vanno combattute? Cosa possiamo fare noi per invertire queste tendenze? Come possiamo prendere parte al processo per modificarlo verso una tendenza più sociale?
Nulla è deciso e tutto è ancora da conquistare!