Ormai oltre 2 anni fa, di fronte alla crisi acuita dall'emergenza pandemica, sono nati un po' ovunque nel mondo gruppi di mutuo aiuto che si sono organizzati a livello territoriale per venire incontro alle esigenze di chi si trovava in difficoltà per reperire anche soltanto i beni di prima necessità.
A Bologna l'esperienza della Colonna Solidale Autogestita si è articolata in diversi punti di distribuzione (di cui 2 ancora sono attivi) ed attività complementari come lo Sportello per il Reddito e il Doposcuola autogestito. Altre esperienze simili si sono attivate in città componendo un tessuto di relazioni solidali che ha contribuito alla sopravvivenza di tantissime famiglie e singol*. Oggi la pandemia non rappresenta più il principale problema con cui fare i conti, ma nuove crisi imperversano e le misure che il governo si prepara ad attuare indeboliranno ulteriormente i già precari strumenti di sostegno ed assistenza ai soggetti più deboli.
Contro tutto ciò si sta mobilitando una parte sempre più ampia della nostra società e non possiamo che essere felici della ripresa delle piazze e del ritorno delle occupazioni qui in città e non solo. Al contempo ci chiediamo però se quegli strumenti che abbiamo faticosamente costruito durante questi due anni di pandemia non possano continuare ad avere oggi una funzione importante nell'attuale contesto di effervescente mobilitazione sociale anticapistalista.
Crediamo che la crisi sia ormai una condizione strutturale del nostro tempo con la quale necessariamente dobbiamo fare i conti, che il capitalismo sia la crisi e che per tantissime persone la fine della pandemia non abbia significato la fine dell'emergenza sociale ed economica. Pensiamo che attività come quelle dei gruppi di mutuo aiuto rappresentino una risposta collettiva, orizzontale e alla portata di tutt per continuare a organizzarsi insieme e non lasciare nessun indietro, anche oggi mentre andiamo a reclamare e conquistare case, reddito, diritti e un mondo più bello, ecologicamente giusto e felice in cui vivere.
Facciamo un appello alla città tutta e in particolare alle associazioni, ai collettivi, agli spazi occupati e alle reti solidali già esistenti per una assemblea pubblica il prossimo 13 dicembre, per valutare se e come organizzarci, per far nascere nuovi punti di distribuzione ed attività solidali, convinte che da questa situazione ne usciremo tutt* insieme o non ne usciremo, che la solidarietà popolare sia tutt'altra cosa rispetto alla carità e che l'azione mutualistica non sia un'alternativa alla mobilitazione, ma debba anzi necessariamente articolarsi dentro e con i conflitti.