Dalle stragi di Stato allo Stato di emergenza
Dalle stragi di Stato allo Stato di emergenza

Iniziativa a cura di CentroDoc “Lorusso-Giuliani”, Archivio via Avesella e Cua

“La repressione ha un ambito ed un obiettivo per così dire necessari: colpire e distruggere anticipatamente ogni nucleo di possibile resistenza alla ricomposizione politica capitalistica e di possibile organizzazione autonoma proletaria […] Gli operai debbono riprendere ordinatamente il lavoro secondo gli indici di produttività stabiliti dal sistema mondiale dello sfruttamento e non secondo i rapporti di forza dati dalle lotte […] E la criminalizzazione delle lotte è la spada che segue coerentemente da questa ragione di Stato”.

Con queste parole usciva l’editoriale “Il Terrorismo di Stato”, apparso sul quindicinale Rosso nel 1975. Erano già esplose le bombe di piazza Fontana, piazza della Loggia, dell’Italicus. Nel frattempo il quarto governo Moro firmava l’approvazione alla Legge Reale, introducendo una serie di novità per la repressione del conflitto sociale. Dalla metà degli anni settanta le tecniche repressive per sconfiggere i movimenti si affinarono in efficacia e intensità: ci fu una chiusura sempre più netta nei confronti delle rivendicazioni operaie e proletarie, mentre lo Stato iniziò a condurre una vera e propria guerra contro i movimenti di lotta. La “strategia della tensione”, intensificatasi con la bomba di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, divenne a tutti gli effetti una forma di governo dei conflitti sociali. Una risposta, anche, ad una annata che è ormai un simbolo del conflitto operaio nella storia dell’Italia repubblicana: il 1969 ed il suo autunno caldo.

Oltre gli anni ’70, però, abbiamo di fronte a noi una lunga scia di decreti sicurezza promulgati per la gestione dei conflitti sociali come oggetti d’ordine pubblico.

E oggi? A quasi 55 anni di distanza dai fatti di piazza Fontana, ci interrogheremo sul concatenatenarsi nel tempo di norme repressive, leggi speciali e pacchetti sicurezza. Una serie di dispositivi ormai stratificati, di cui il dl Meloni-Salvini 1660 è soltanto l’ultimo di una lunga serie. Una discussione che oltre alla contingenza vuole inquadrare sul lungo periodo anche le attuali norme limitative proposte dal Governo Meloni.

Discuteranno con noi:
Claudia Pinelli – attivista
Marina Prosperi – avvocata (Giuristi democratici Bologna)
Elia de Caro – associazione Antigone
Italo di Sabato – Osservatorio Repressione

Mercoledì 4 dicembre al 38 occupato di via Zamboni 38
Ore 18,30 – inizio ore 19

tra 8 ore
Zamboni 38
38, Via Zamboni, Irnerio, Santo Stefano, Bologna, Emilia-Romagna, 40126, Italia
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