Assieme all'autrice Valentina Mira e Rossella Scarponi, protagonista del libro, ne discuteranno il fisico Mario Cichero e Giorgio Forni dell'Università di Messina.
La vicenda di Mario Scrocca, trovato morto "suicida" nella cella in cui era stato rinchiuso il giorno dopo il suo arresto, il 30 aprile del 1987. Era accusato senza prove di essere nel commando che uccise due militanti del MSI ad Acca Larentia nel 1978. Un libro che parla della nostra storia recente, di Roma, di politica, di antifascismo, di impegno per la giustizia sociale, d'amore, di amicizia, di sorellanza e tanto altro ancora.
Dalla stessa parte mi troverai (SEM edizioni, 2024)
Questa storia comincia una sera d’inverno, il 7 gennaio 1978. Davanti a una sede del Movimento sociale italiano nel quartiere Appio Latino, a Roma, vengono uccisi a colpi d’arma da fuoco due attivisti di destra. Da quel momento, i morti di Acca Larentia diventano icone intoccabili del neofascismo.
Questa storia ricomincia il 30 aprile 1987, quando viene arrestato Mario Scrocca, un militante di estrema sinistra. Secondo gli inquirenti, Scrocca avrebbe fatto parte del commando che colpì ad Acca Larentia. Lo troveranno cadavere ventiquattro ore più tardi, impiccato in una cella di Regina Coeli. Ma troppe cose non tornano…
Questa storia senza fine ricomincia – una volta ancora – un pomeriggio di giugno del 2021. Due donne si incontrano sotto il cielo di Roma. Rossella ha sessant’anni ed è la vedova di Mario Scrocca. Valentina, di anni, ne ha trenta, è cresciuta dalle parti di Acca Larentia, in passato ha frequentato dei neofascisti e si porta dentro le cicatrici di quelle frequentazioni.
Dalla stessa parte mi troverai è il racconto di un amore vissuto a mille nei giorni in cui tutto era ancora possibile e di una vita spezzata al tempo del disincanto collettivo, prima di essere consegnata all’oblio. Con un rigore che non ammette sconti, Valentina Mira fa luce sul vittimismo osceno dei carnefici, demolendo retoriche, alibi, miti di quella destra che si è presa l’ItaliaIl Fascismo, che compendia in sé tutta la reazione e richiama in vita tutta l’addormentata ferocia atavica, ha vinto perché ha avuto l’appoggio
finanziario della borghesia grassa e l’aiuto materiale dei vari governi che se ne vollero servire contro la incalzante minaccia proletaria; ha vinto perché ha trovato contro di sé una massa stanca, disillusa e fatta imbelle da una cinquantenaria propaganda parlamentaristica; ma soprattutto ha vinto perché le sue violenze ed i suoi delitti hanno bensì provocato l’odio e lo spirito di vendetta degli offesi ma non hanno suscitato quella generale riprovazione, quella indignazione, quell’orrore morale che ci sembrava dovesse nascere spontaneamente in ogni animo gentile.
E purtroppo non vi potrà essere riscossa materiale se prima non v’è rivolta morale.