Fin dalle grandi manifestazioni degli scioperi dei Fridays For Future del 2019, l’intersezionalità tra i movimenti ambientalisti e transfemministi è sempre stata un aspetto importante: per l’attenzione alle pratiche inclusive, per la sensibilità rispetto ai linguaggi, per l’urgenza di pretendere cambiamenti sociali e contestualmente costruire nuovi immaginari. Allo stesso modo in entrambi i casi ci troviamo di fronte ad una risposta rigida delle istituzioni che riguarda tanto un discorso politico sempre più sordo e violento – non solo in Italia – che un’assenza di politiche e risorse per i rinnovamenti strutturali richiesti dalle piazze.
Otto anni fa, il movimento transfemminista fece uno scarto impressionante stendendo un piano rivoluzionario che è un punto di riferimento imprescindibile. Tuttavia non guardiamo ad esso con l’intento di replicarlo da un’altra prospettiva. Vogliamo invece di ragionare su temi trasversali per far crescere un pensiero da mettere a disposizione per chiunque voglia proporre istanze e costruire lotte sociali.
In questi mesi Bologna for Climate Justice ha proposto un documento aperto per costruire una proposta affermativa rispetto all’ecologismo. Per farlo abbiamo bisogno di un dialogo con altri soggetti, di uscire dagli ambiti che ci caratterizzano e dare solidità alle intersezioni possibili, con un lavoro di traduzione e riscoperta delle istanze che altri movimenti ci suggeriscono