Libreria delle donne e Visionarie digitali-Orlando, vi invitano a una discussione a partire dal libro di Laura Tripaldi “Gender Tech. Come la tecnologia controlla il corpo delle donne” (Laterza)
Tecnologie come la pillola contraccettiva, il test di gravidanza, l’ecografia a ultrasuoni e le app di period tracking hanno radicalmente trasformato il rapporto delle donne con i loro corpi. Hanno garantito una sempre maggiore emancipazione, favorendo l’autodeterminazione riproduttiva e liberando dai vincoli imposti dalla ‘natura’. Si tratta, tuttavia, di un progresso tecnologico che ha mostrato anche ricadute oppressive: dagli effetti collaterali degli ormoni sintetici, ancora poco conosciuti, al controllo della fertilità nelle popolazioni più fragili.
Ogni volta che il corpo femminile si è aperto all’indagine dello sguardo scientifico, ha corso il rischio di essere oggettificato. Lungi dall’essere strumenti neutri, questi dispositivi non riescono a liberarsi dalle tracce della cultura patriarcale che li ha prodotti: dietro alle loro promesse di emancipazione nascondono la capacità di esercitare un controllo sempre più capillare sulla vita privata delle donne.
Ne parlano con Laura Tripaldi: Zoe Romano e Visionarie digitali
Modera: Silvia Gola
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Bio
Laura Tripaldi Scrittrice e ricercatrice indipendente, lavora all’intersezione tra scienza, tecnologia e humanities. Ha pubblicato Menti parallele. Scoprire l’intelligenza dei materiali (effequ 2020, tradotto in inglese nel 2022 e in spagnolo nel 2023) e Corpi ambigui. Sguardi, genere, tecnologia (Einaudi 2021). Per Laterza è autrice di Gender tech. Come la tecnologia controlla il corpo delle donne.
Zoe Romano Craftivist, ricercatrice indipendente e consulente intorno a temi di innovazione sociale, fabbricazione digitale, open design. Co-autrice della pubblicazione Cure Ribelli e co-fondatrice del progetto OBOT.
Visionarie digitali, Orlando Il gruppo propone un percorso pratico e teorico sulle implicazioni delle tecnologie nella nostra vita. Si connette a reti transnazionali tra progetti e soggettività affini che pongono al centro delle loro pratiche l’obiettivo dell’abitare uno spazio digitale con un’impronta di genere.
Silvia Gola lavora in editoria ma all’occorrenza fa anche dell’altro. È consigliera di Acta, l’associazione dei freelance e fa parte di Redacta, la sezione di Acta che dal 2019 si occupa di cambiare le condizioni del lavoro editoriale, tramite un’inchiesta permanente.Ha partecipato a “Dietro le quinte. Indagine sul lavoro autonomo nell’audiovisivo e nell’editoria” insieme a Sergio Bologna, Mattia Cavani e Anna Soru.
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Questo incontro è parte di un’ampia proposta di iniziative (seminari, panel e laboratori) sulla Medicina di genere come diritto alla salute non “neutro” all’interno di un quadro teorico intersezionale. In questa finalità si indaga la medicina di genere anche in una prospettiva di riappropriazione delle tecnologie a partire dai self-help degli anni ‘70, fino alle innovative Femtech (female technology) tecnologie pensate per la salute e il benessere delle donne.